La storia
L’origine del nome
La più antica memoria documentata di un luogo chiamato Selvincontro risale al 17 settembre 1332 quando Lisa Manfredi, figlia di Francesco signore di Faenza, vedova del conte Ruggero II Guidi, nel castello di Dovadola dettò al notaio l’inventario dell’eredità dei beni del marito spettanti ai figli minorenni Carlo, Francesco e Ricciardo.
Moltissime erano le proprietà mobiliari e immobiliari possedute dai Guidi nelle 8 balìe (unità amministrative sovente coincidenti con le circoscrizioni delle parrocchie e delle pievi) in cui era diviso il territorio della comunità-contea. In quella a monte del paese denominata “superiore del castello” i conti detenevano un podere posto in Silva Contri, arativo e sodo, confinante con gli eredi di Manni di Silva Contri e la via pubblica e una vigna situata nel Campo Salbano vicino al fiume, alla strada, al rivo di Silva Contri e ai beni dei Guidi.
I due toponimi indicano con chiarezza la loro base latina. L’origine va ricercata nella persistenza durante il medioevo della terminologia tecnica degli antichi agrimensori romani detti gromatici (da “groma” il nome dello strumento utilizzato per le misurazioni). Nelle loro attività il vocabolo latino contra veniva usato per indicare un “campo posto di fronte” da cui Silva Contri, “campo posto di fronte al bosco o alla boscaglia”, poi Selvincontro. Il toponimo Campo Salbano designa un terreno agricolo (campo) che, o per l’ambiente circostante o per il suo aspetto, viene indicato come luogo silvano, silvestre (salbano) come suggerisce anche il suffisso “ano”, tipico dell’area latina e peculiare nell’indicazione dei fondi rustici, legato a “silva”, “silba”, bosco.
Le caratteristiche fisiche dei luoghi di questo territorio determinarono l’attribuzione dell’idronimo rivum de Silva Contri (rio di Selvincontro) al torrentello che le attraversa.

Evoluzione storica
e toponomastica
La parte a monte dell’attuale edificio rurale, stabilmente abitato è costituita da un nucleo originario, con scala esterna; nella parte a valle sono stati aggiunti successivamente altri corpi.
Il fabbricato conserva la forma allungata già documentata dalle mappe del Catasto toscano degli anni 1826-1834, quando al podere venne attribuito l’inverosimile nome di Sabato Contro, mentre nella cartografia granducale del 1750 e del 1782 il toponimo risultava ancora Selvincontro.
La tavola dell’I.G.M. (F. 99, II, NE) e la successiva Carta Tecnica Regionale reintrodussero il vocabolo esatto e corrente di Selvincontro.
Descrizione araldica
dello stemma
Sul fronte verso valle vicino al colmo del tetto è murato lo stemma della famiglia Blanc Tassinari della Badia per secoli proprietaria del fondo.
Lo scudo gentilizio è coronato e quadripartito. Il campo è in prevalenza colorato d’azzurro/blu. Il primo quadrante in alto a destra mostra una torre tonda merlata alla guelfa accostata da un tasso su una banda bianca; il secondo quadrante in alto a sinistra presenta 3 stelle a 6 punte azzurre su campo grigio sotto le quali, nel sottostante quadrante appare il sole. Infine in basso a destra emergono 6 bande verticali, 3 delle quali bianche e le altre colorate di blu.
Quando Selvincontro
si trasforma
Selvincontro non è solo un luogo di storia e fascino, ma anche un home restaurant su prenotazione che offre un‘esperienza gastronomica unica. Immerso tra gli ulivi, Selvincontro si trasforma con le stagioni: durante la bella stagione, i commensali possono gustare i piatti all’aperto, circondati dalla bellezza della natura, in un suggestivo ristorante all’aperto tra gli ulivi. Quando il clima si fa più fresco, l’atmosfera si sposta all’interno, in una calda veranda con vista sul giardino, dove il tepore degli ambienti accoglienti rende ogni pasto un momento di piacere e relax.
La cucina di Selvincontro è profondamente radicata nella tradizione romagnola, ma con un tocco di modernità. I piatti proposti sono spesso rivisitazioni creative delle ricette classiche, che mantengono però intatta l’autenticità e i sapori della Romagna. Ogni piatto è preparato con ingredienti di qualità, scelti con cura per offrire un’esperienza gastronomica che celebra la cultura culinaria locale in modo innovativo e appassionato.
Selvincontro è il luogo ideale per chi desidera immergersi in un’esperienza culinaria autentica, godendo di un ambiente che cambia con le stagioni ma che mantiene sempre un’atmosfera intima e affascinante.
L’anima culinaria
di Selvincontro
home restaurant
Morena Barzanti è l’anima culinaria di Selvincontro, infatti dal 2018 porta con orgoglio il titolo di Agrichef, un riconoscimento che celebra il suo profondo legame con il territorio e l’agricoltura. Con oltre vent’anni di esperienza come chef, Morena ha perfezionato una cucina che unisce tradizione e innovazione, trasformando ogni piatto in un’opera d’arte culinaria. La sua passione per la cucina romagnola si riflette nelle preparazioni dell’home restaurant, dove ingredienti freschi e di qualità incontrano la creatività. Le sue rivisitazioni dei piatti tradizionali romagnoli, preparate con cura e dedizione, offrono agli ospiti un’esperienza gastronomica autentica e indimenticabile. Morena non si limita a cucinare; crea connessioni profonde tra i sapori della terra e chi li assapora, facendo sentire ogni ospite come a casa.